SCACCHIERA E BANG

SINTESI "DELLE TESSITURE"

Par. 26, Libro quarto

 

Il 1983, data cruciale perché è qui che Zaha Hadid propone una nuova modalità di pensare all'architettura.

La crisi dell'architettura guidata dall'industrialismo, quindi dalla funzione e per questo a-topica, trova la sua risposta nel contesto, e la sua interpretazione, quindi nel paesaggio.

Un contesto che ogni architetto interpreterà a modo proprio:

  • Il post-modern che include suggestioni dell'ambiente circostante spesso sfociando in un revival
  • Eismann con i suoi "palinsesti" scava dentro sé stesso per trovare le linee forza dei suoi progetti
  • Ghery e il "cheapscape".

  • Z. Hadid trova il suo landmark nella parola “paesaggio”

…delinea un’interpretazione artistica e naturale del paesaggio, ottenuta in primis tramite la pittura, unico modo per graficizzare la prima idea di paesaggio che si forma nella propria mente. Un paesaggio fatto di intrecci probabilmente  frutto di un imprinting legato al suo backgraund…

 In the Peak Z. afferma per l prima volta l'interdipendenza della logica formativa di paesaggio e architettura, l'architettura si propone come nuova naturalità.

un continuatore di Zaha Hadid sarà Enric Miralles...

 

PARTE SETTIMA

IL SUCCESSO DELL'ARCHITETTURA NEL MONDO

1988-2000

Dalla mostra del Decostruttivismo al Guggenheim di Bilbao

 

Nel 1988 a New York si inaugura la mostra "decostructivist Architecture"                                      Curatori Philip Johnson e Mark Wigley.

Qui Johnson, grazie a un mezzo mediatico come una mostra di tale spessore, ripete la magia.

Cambia di nuovo l'orientamento del linguaggio architettonico americano, se nel 1932 alla guida della mostra "Internetional Style" al Moma di NY aveva deviato gli studi verso il funzionalismo, di nuovo, nel 1988 con questa nuova mostra dirige la discussione architettonica.

Parteciperanno Z, Hadid, Ghery, B. Tshumi, Libeskind e R. Koolhaas.

 

Il nome

Decostruttivismo

La parola decostruzione ha echi nella filosofia di Jacques Derrida, teorico della filosofia decostruttivista, un filone convinto che l'arte fosse influenzata dalla politica e le dinamiche sociali ed economiche. 

Il Decostruttivismo, quindi, era in opposizione al pensiero di Tafuri, convinto invece che l'architettura in quanto arte, libera, chiusa in se stessa, autodeterminata, influenzasse a sua volta le dinamiche di cui sopra (economiche-sociali-politiche).

 Il dibattito ha bisogno di rinnovamento per mantenere la tensione creativa e peso nella società.

Un’ ambiguità tra Costruttivismo (movimento puramente artistico) e decostruttivismo (corrente filosofica) evidente nelle opere di Hadid e Ghery, grandi estimatori del movimento artistico, e Eismann, studioso della corrente filosofica. Il gruppo nella sua eterogeneità dell’interpretazione crea un’ambiguità implicita che nelle mani di Johnson diventa valore.

 "Il postmodern è morto, nasce il decostruttivismo"  

...arriva il 1989, crolla il muro di Berlino...

 

Daniel Libeskind

Nasce in Polonia, in una famiglia superstite dai campi di sterminio.

Studierà musica i Israele, poi alla Cooper Union di John Hedjuck e dopo la laurea in architettura si dedicherà allo studio della storia e filosofia all'università inglese dell'Essex. 

questo suo girare, e dedicarsi a materie diverse gli permetterà di avere una visione olistica che poi troverà sfogo nell'architettura.

Esibirà le sue prime opere grazie ad Aldo Rossi, eccentrico e drammatico, le sue sembrano macchine per torture e richiamano le sensazioni delle carceri piranesiane.

Studiando con Eiseman ne assorbe il concetto di Palinsesto rielaborandolo.

 "Nel Museo Ebraico di Berlino concepisce uno schema folle, di assoluta novità"

Il museo parte da una preesistenza e si muove zigzagando sul terreno, il simbolismo è fibra vitale dell'edificio, esprime un cambiamento drammatico, il visitatore, scaraventato in spazi ora a tutta altezza ora stretti poi dilatati sperimenta l'esperienza emotiva anche solo percorrendolo.

 

…Alvin Toffler parla della terza ondata, di come all'architettura appartenente all'era industriale, finalizzata alla funzione si va a sostituire quella dell'era tecnologica dove la materia è l'informazione…. 

"Esisto in quanto funziono" - "esisto in quanto informo"

 STEVEN HALL

Metafora costruita e nominata

Steven Hall, un "self-made architect", partendo dal basso grazie a talento e dedizione realizza edifici via via sempre più di prestigio Makuhari in Giappone, La cappella di Sant'Ignazio a Seattle, l'ist. Carnbrook Michigan e il “Kiasma”

hall, estraneo ai NY Five, è più vicino al pensiero di Luis Kahn ma soprattutto ha un forte interesse fenomenologico, riferendosi a Bergson ritiene che io progetto debba partire da esperienze dirette, fisiche e psicologiche.

altro tema, prestato da Kahn, è la "l'idea forza" che deve guidare il progetto

 IL Museo “Kiasma”

inserito in un’area triangolare tra il parlamento neoclassico di John Sigfrid Siren ovest, la stazione ferroviaria di Saarinen a est e la casa Finlandia di Aalto a nord

Il corpo a galleria richiama la circolazione, ferroviaria e automobilistica, inizia con una parte stretta, simile ad una coda e termina con una grande bocca che risucchia la casa di AAlto.

le superfici esterne, ora vetrate, ora rivestite in pannelli di alluminio o zinco, 

il nome riflette l'architettura, il chiasma, fig. retorica che richiama il rovesciamento della frase, e lo esprime tramite l'intreccio di flussi all'interno del museo, l'interwing.

 Postdamer Platz e la ricerca della mixite RPBW

 Nel contesto post-industriale, due sono le principali sfide che emergono. La prima riguarda le "brown areas", ossia le vastissime aree industriali dismesse, che un tempo erano centri produttivi e ora sono abbandonate o sottoutilizzate. La seconda questione riguarda la necessità di ripensare il rapporto tra architettura e natura, alla luce del cambiamento apportato dalla società dell’informazione, che ha rinnovato la sua relazione con l'ambiente, in particolare in territori fortemente danneggiati a causa dello sfruttamento industriale.

Questi temi si riflettono nel progetto di Postdamer Platz, situato su un'area che era stata lasciata in stato di abbandono.

Un aspetto centrale della civiltà dell'informazione è il superamento del tradizionale concetto di zooning. In passato, lo zooning divideva la città in spazi destinati a funzioni specifiche, ma con l’avvento della società dell’informazione, le barriere tra lavoro e tempo libero si sono abbattute. Oggi è possibile lavorare da qualsiasi luogo, senza la necessità di separare nettamente le aree residenziali da quelle commerciali o di uffici. Il concetto di "mixité" implica l’integrazione di spazi pubblici e privati nella progettazione urbana, favorendo una coesistenza dinamica. Renzo Piano, in particolare, è un forte sostenitore di una città "anti-zooning", in cui le funzioni si mescolano liberamente, i flussi urbani si integrano e le diverse necessità convivono senza rigide separazioni.

 Parigi e Barcellona, il Lavoro di Miralles e Pino

La competizione tra le città porta a rivolgersi agli architetti commissionando opere capace di attrarre i visitatori, rivalutare aree.

In quest'ottica si sviluppano i Grand Projects come l'Arco delle defense o il neo brutalismo di Chemetov, o ancora, il geometrismo di Ioeh Pei al Louvre.

Parigi e Barcellona cavalcano l'onda del rilancio.

La Spagna, in primo luogo, uscendo da un contesto repressivo (Il Franchismo) sfrutta la sua burocrazia efficiente e il sistema gerarchizzato per realizzare opere.

Josep Martorell dà incarico di trasformare la città di Boùhigias in occasione delle Olimpiadi del 1992

Qui Miralles e Pino hanno l'opportunità di emergere.

 Opera di esordio è il municipio Hostalets de Bakenuya nei pressi di Barcellona, 1986-92, due livelli che si innestano nell'edificio, un gioco saettante delle forme e le pensiline che sporgono svincolandosi dai volumi sottostanti.

Nel centro di tiro a Barcellona, parte delle attrezzature delle olimpiadi, il complesso si articola a raggiera seguendo l'orientamento solare, ma imita nel contempo il saettare della freccia sul bersaglio, un andamento sinuoso sia in pianta che in alzato.

 

Miralles e Pino segnano una nuova generazione di architetti spagnoli 

Progetto chiave è il cimitero di Iguarda ,1991-95

Propone un percorso ascensionale processionale, che accompagna il feretro dall'ingresso alla sepoltura.

elementi importanti sono l'inclinazione delle falde di terra dei loculi, i muri, i parapetti in pietra trattenuti da reti di ferro. l'orografia ha una voce dimessa, come se aspettasse di essere erosa dagli eventi naturali.

 

Il tema ecologico

Miralles quindi prosegue sulla falsa riga di Zaha Hadid, i temi di architettura-paesaggio. Una risposta alla coscienza dell'usura del pianeta e di una responsabilizzazione nell'espansione sensibile a temi ecologici-sistemici.

le domande a cui è chiamata a rispondere l'architettura a tutte le latitudini:

  • ·       come articolare gli spazi della vita in un flusso aperto e dinamiche gli edifici conformano insieme alla natura?
  • ·       come risolvere un programma sempre variabile inserendo stimoli alla socialità?
  • ·        come pensare da subito alla crescita futura dell'organismo?
  • ·        come costruire architetture consapevoli del contesto climatico?

“alle architetture pesanti del transatlantico lecorbusieriano si sostituiscono quelle leggere della barca a vela di Utzon”

 

Biosphere 2, John allen 

Biosphere 2, 1992, Situato nel deserto dell'Arizona.

Un esempio di come una visione innovativa, anche se radicale, possa affrontare sfide cruciali per il futuro, dimostrando che non bisogna temere il potere di un'idea rivoluzionaria quando risponde a domande importanti. 

L'operazione, infatti, ci insegna che occorre sviluppare tali idee con determinazione e, successivamente, individuare le tecnologie necessarie per trasformarle in realtà. Inoltre, questo progetto apre la strada a un nuovo approccio nell'architettura, suggerendo un modello in cui gli edifici non dipendono più da reti infrastrutturali esterne, ma sono autosufficienti dal punto di vista energetico e del ciclo vitale, segnando un possibile sviluppo sistemico dell'architettura del futuro.

 

Nuove Scoperte, Santiago Calatrava

"perche no? se è possibile? l'ingegneria è l'arte del possibile"

Santiago Calatrava, nasce nel 1951 a Valencia, ottiene la laurea in architettura nel 1973 e il dottorato in ingegneria civile presso il politecnico di Zurigo nel 1979 dove studia la possibilità di piegarsi e chiudersi delle strutture (cosa che ritroveremo ad esempio nel ponte sul Garonne in Francia, o il Padiglione Swissbay a Basilea).

Nel 1981 apre il suo studio a Zurigo.

Vince il concorso per la stazione Stadelhofen di Zurigo nel 1984, progetto che lo lancia nel panorama internazionale.

La sua architettura come quella di Nervi ad esempio porta a forme che sembrano uscite da una galleria d'arte ma se Nervi parte dagli studi matematici per realizzare "forme geometriche esatte" Calatrava fa il percorso inverso, parte dalla sua formazione artistica e piega l'ingegneria ai suoi servizi.

Ancor prima di essere costruttore è scultore, la scultura è la base, l'ingegneria è l'arte.

Calatrava lavora tramite delle sezioni tipo che duplica e modifica al fine di ottenere la forma completa.

REM KOOLHAS

Un esempio significativo di questo approccio è la Casa dell'Ava, progettata da Koolhaas, dove l'architetto adotta un metodo analitico che separa e distingue le varie funzioni e parti del programma edilizio. Un altro progetto di grande rilievo è la Casa Floriac a Bordeaux, un esempio in cui si intrecciano temi complessi e trovano soluzioni innovative. In questo caso, Koolhaas si confronta con le esigenze di un cliente con disabilità motoria, affrontando la sfida della mobilità all'interno della casa. Invece di adottare la soluzione convenzionale di una rampa, Koolhaas propone un'idea audace: una parte della casa stessa è in grado di muoversi. Una porzione del pavimento è sollevata e abbassata tramite un pistone idraulico, permettendo una mobilità interna che supera la tradizionale separazione tra gli spazi, offrendo una risposta originale e funzionale alla crisi dell’accessibilità.

PETER EISENMAN

Frank Owen Gehry e Peter Eisenman rivestono un ruolo cruciale nel dibattito architettonico contemporaneo, fungendo da catalizzatori di nuove idee. Eisenman, in particolare, si concentra sulla ricerca delle griglie e sull'esplorazione di approcci non convenzionali, come l'algebra booleana, nonché su influenze biologiche che hanno permeato alcuni dei suoi progetti degli anni '80. A questi si aggiunge un aspetto particolarmente intrigante: l'introduzione del movimento. Tuttavia, il concetto di tradurre il movimento in architettura rimane una questione ancora irrisolta in termini di sviluppo concreto.

In questo contesto, Eisenman scopre e applica una tecnica innovativa che non aveva precedenti nell'architettura: il "blurring", ovvero lo "sfocamento". Questa strategia, che gioca sulla distorsione e l'indeterminatezza delle forme, offre una nuova modalità di progettazione che sfida le convenzioni tradizionali e amplia le possibilità espressive dell'architettura, rendendo il confine tra spazio e percezione più fluido e sfuggente.

FRANK GHERY

“un’ architettura giocosa, gli elementi che la compongono sembrano intenti a ballare”

Mentre Eismann è attratto dalla sperimentazione bidimensionale, vedi “casa Guardiola” in Spagna, Ghery è catturato dalle forme scultoree, uno spazio che più che raccogliere linee forza dall'esterno si proietta su di esso, la scultorietà inoltre ispira Ghery a una mono-matericità dei paramenti, dove la bucatura è fessura o asola, scollamento ma mai infisso.

La sala concerti Auditoruum Walkt Disney a Los Angeles per 2400 persone.

qui studia numerose alternative ma spicca l'accesso principale, che conduce a un doppio sistema scala rampa, un a piazza rialzata e al grande atrio, dove i pilastri si arcuano come se fossero alberi a sorreggere le lastre ondulate che definiscono l'esterno.

Come un violino l'edifico è simmetrico lungo l'asse longitudinale, e i requisiti acustici sono isolati grazie a un sistema di listelli arcuati fissati al soffitto

Museo Guggenheim di Bilbao è senza dubbio una delle opere più significative della fine del XX secolo. Sorge in un'ex area industriale lungo il fiume, in una zona segnata da un ponte la cui rampa crea una sorta di intersezione dinamica. Qui, Frank Gehry mette in gioco tutte le sue capacità progettuali. L'idea centrale del museo si fonda sulla connessione tra corpi edilizi che si sovrappongono e si intrecciano: una piazza centrale funge da fulcro, attorno a cui gravitano la biglietteria, un piccolo auditorium, ristoranti e negozi, creando così un collegamento diretto con la città circostante.

Questa realizzazione si distingue per diversi motivi e rappresenta una delle vette dell'architettura del tardo Novecento. Il primo aspetto cruciale si riflette nel concetto di "traiettoria", già esplorato in precedenza. Le linee fluide e curvilinee dell'edificio sembrano evocare un mondo in perenne movimento. I volumi, in continua interazione tra loro, si torcono e si estendono con un'intensità quasi meccanica, ma allo stesso tempo definiscono spazi pubblici come piazze, banchine e aree pedonali, creando luoghi di aggregazione per la comunità.

In questa progettazione, l'acqua del fiume si integra in modo armonioso con l'architettura, trasformando l'intero complesso in un nuovo elemento urbano. Gehry non si limita a seguire le strutture tradizionali che regolano la città, ma esplora invece le potenzialità degli spazi abbandonati, recuperando e reinterpretando l'ex area industriale. Il paesaggio stesso diventa uno strumento per affrontare il tema delle "brownfields", ossia delle aree industriali dismesse, dando nuova vita e valore a queste zone.

La struttura in acciaio, pur apparendo inizialmente caotica, si rivela essere la scelta più economica e funzionale per la realizzazione dell'opera. Il sistema costruttivo è stato orientato verso la periferia del progetto, con una continua ottimizzazione dei singoli settori. Questo approccio segna un cambiamento radicale nel modo di concepire l'architettura, spostando l'attenzione sulla "spessa" concezione dello spazio, un concetto che invita a riflettere più profondamente sulla relazione tra forma, funzione e contesto.

si è approdati a una nuova concezione, "lo spazio di sistema" contrapposto allo spazio organo, dove prima lo forma di conformava alla funzione. ci si libera dalla serialità e tipizzazione dell'architettura.

l'architettura diventa il risultato di potenziali infinite interconnessioni

SCACCHIERA



BANG

 IL BANG del mio progetto sono questi elementi che cadendo nell'area sarebbero capaci di fornire forti dreizioni al progetto, area dove altrimenti sarebbe difficile trovare una voce da far prevalere sulle altre.




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